Dislessia-D.S.A.

COSA SONO I D.S.A.?

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A.) sono DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA.
La loro principale caratteristica è la specificità, ogni disturbo cioè interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura o calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale che è di regola normale.
I D.S.A. sono disturbi di natura neurobiologica, sono determinati cioè da una variazione nel funzionamento dei neuroni delle aree cerebrali deputate alla lettura, alla scrittura e /o al calcolo. Non si tratta di una malattia, ma di caratteristiche costituzionali I DSA sono trasmessi ereditariamente tramite geni alla stessa stregua del colore degli occhi, o della statura, per questo hanno una incidenza familiare e si manifestano in soggetti privi di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali e emotivo-relazionali e che hanno usufruito di normali opportunità educative e scolastiche (1)

CHE COS’È LA DISLESSIA?

E’ il più frequente fra i D.S.A. La DISLESSIA EVOLUTIVA è definita come una “ disabilità specifica dell’apprendimento di natura neurobiologica caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. dovute a un deficit nella componente fonologica del linguaggio. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura, riduzione del vocabolario e della conoscenza generale nella misura in cui questi sono dipendenti dalla pratica della lettura.(2)
Così la lettura non diventa , come per i normo-lettori, un processo automatico, ma richiede sforzo e concentrazione per decodificare le lettere (grafemi) e leggere le singole parole. Questo lascia poche energie disponibili per i processi di comprensione e di memoria. A ciò consegue un apprendimento disturbato in maniera più o meno grave, con ricadute sull’autostima e possibili reazioni psicologiche secondarie al disagio.
COME SI EVOLVE NEL TEMPO?
La dislessia permane in genere per tutta la vita.(3) Viene definita “evolutiva” perché tende a modificarsi in modo più o meno significativo anche se molto lentamente nel tempo. In età adulta, nel 45% dei casi la lettura diventa più fluente e corretta: si parla in questo caso di “dislessia compensata”, termine ingannevole che induce a pensare a una risoluzione del disturbo, mentre in realtà permangono deficit di automatizzazione ed errori nella lettura di parole a bassa frequenza ( es. termini specialistici delle varie discipline, parole straniere, ecc.) che si traducono in affaticabilità durante la lettura, difficoltà nella comprensione del testo, difficoltà nelle prove a tempo e a scelta multipla. Persistono quindi, anche al termine della scuola secondaria e oltre, notevoli difficoltà nello studio, anche in relazione all’incremento delle difficoltà strutturali e lessicali dei testi e alla quantità di pagine da studiare. Nel 35% dei casi, invece, la dislessia resta severa (dislessia persistente). In una minoranza di casi, quelli dall’inizio molto lievi, può risolversi completamente (dislessia recuperata). (Littyinen ’98).

 

DIFFUSIONE
La Dislessia riguarda in Italia, circa il 4% della popolazione scolastica.(4) Molto spesso però non è riconosciuta ( attualmente è diagnosticato 1 dislessico su 4 ), o la diagnosi avviene solo tardivamente. I ragazzi dislessici, perciò, vengono spesso considerati dagli insegnanti, e a volte anche dagli stessi genitori, come svogliati, pigri, se non, addirittura, poco intelligenti.
La dislessia è quasi sempre associata ad uno o più degli altri DSA.La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (numerosi errori ortografici, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura con grafia disordinata, spesso illeggibile, nel 43% dei casi) nel calcolo: discalculia (disturbo delle abilità numeriche e del calcolo, 44% dei casi) e talvolta anche in altre funzioni, come nella memoria di lavoro ( memoria a breve termine).

LA DIAGNOSI

Negli ultimi anni l’attenzione al problema è cresciuta notevolmente e forme di collaborazione fra scuola, professionisti e genitori si vanno sempre più affermando.
Quando qualcuno, genitore o insegnante, sospetta di trovarsi di fronte ad un ragazzo dislessico è importante che venga fatta al più presto una valutazione diagnostica.
Il principale criterio che deve indurre al sospetto di DSA, in particolare nella scuola secondaria, consiste nella “discrepanza” che si nota fra l’intelligenza generale e i risultati scolastici insoddisfacenti.(5)
La diagnosi, che deve essere condotta da specialisti esperti mediante specifici test, permette di capire finalmente che cosa sta succedendo e di evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il ragazzo (“non impara perché non si impegna”) o attribuire la causa a problemi psicologici, prevenendo in tal modo errate valutazioni che determinano sofferenze e frustrazioni.(6) Il professionista redige un referto scritto indicando il motivo dell’invio, i test utilizzati, che devono concordare con le linee guida individuate dalla recente Consensus Conference (Milano 2007), e la diagnosi conclusiva con indicazione dei punti di forza e di debolezza. E’ opportuno che la diagnosi, specialmente se precoce, venga rivista ad ogni passaggio di scuola per verificare l’evoluzione del disturbo. Gli specialisti autorizzati a fare diagnosi di DSA sono i neuropsichiatri infantili e gli psicologi. Il logopedista può collaborare in équipe, ma non è professionista autorizzato a fare diagnosi.
Anche se sospettabile prima, una diagnosi certa può essere posta solo alla fine della seconda classe primaria per la dislessia e della terza per la discalculia.
Allo stato attuale delle conoscenze si ritiene che nella scuola secondaria di 1° e 2° grado le tecniche di “riabilitazione” non abbiano più alcun ruolo utile, mentre sono necessari provvedimenti di “abilitazione “ all’apprendimento che consistono in misure specifiche di tipo compensativo e dispensativo, utilizzabili a casa e a scuola, che si devono mettere in atto ottenuta la diagnosi. Fra questi hanno particolare importanza gli strumenti informatici che aiutano a by-passare la disabilità e a favorire l’autonomia e provvedimenti di modifica della didattica adeguati allo stile di apprendimento del singolo studente come indicato nelle Note Ministeriali e dell’USR dell’E.R.( ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, compiti più brevi, l’uso della calcolatrice e/o del computer,ecc.. ).
Tali provvedimenti devono essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato secondo le indicazioni dell’ Ordinanza Ministeriale

COME SI MANIFESTA?
La dislessia si manifesta con una lettura scorretta e/o lenta. I ragazzi con D.S.A. hanno difficoltà ad imparare le tabelline e le informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno. Spesso non ricordano la loro data di nascita o le stagioni; possono fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; ordine cronologico); possono manifestare difficoltà nel sapere che ore sono e nel leggere l’orologio analogico. Possono incontrare alcune difficoltà motorie fini, come allacciarsi le scarpe o i bottoni; possono evidenziare problemi attentivi e di concentrazione o essere molto vivaci. Generalmente hanno problemi di memoria a breve termine. La lettura può apparire molto lenta o molto scorretta. La comprensione del testo letto è spesso ridotta e si fa col tempo più faticosa poiché aumentano le difficoltà contenutistiche, strutturali e lessicali.
I principali problemi riscontrati sono:
· Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio:
Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la “u” e la “n”; la “a” e la “e”; la “b” e la “d”.
· Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari:
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”…
· Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori:
· Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo – uditive. L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un vero e proprio ostacolo alla lettura.· Difficoltà di decodifica sequenziale:
Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra – destra e dall’alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l’uso della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire. Nel soggetto dislessico talvolta ci troviamo di fronte, invece a un vero e proprio ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza gli errori di seguito descritti:
o Omissione di grafemi e di sillabe:
Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte; oppure “capo” anziché “campo”…) oppure di vocali (può leggere, ad esmpio, “fume” anziché “fiume; “puma” anziché piuma” …) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo” anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”)
o Salti di parole e salti da un rigo all’altro:
Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di lettura.
o Inversioni di sillabe:
Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”…) e della parola (può leggere, ad esempio, “talovo” al posto di “tavolo”…).
o Aggiunte e ripetizioni
La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra – destra può dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall’aggiunta di un grafema o di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”…).
· Prevalenza della componente intuitiva:
Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura, privilegia, indubbiamente l’uso del processo intuitivo (via lessicale) rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori, in particolare in testi specialistici. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede “inventando” l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra di significato affine o completamente diverso.
Con il tempo si arriva ad una compensazione della difficoltà di lettura mentre permane la difficoltà di scrittura o di comprensione dei testi.
Tra le più eclatanti ripercussioni sulla scrittura:
· Difficoltà di copiare dalla lavagna
· Difficoltà di organizzazione spaziale sul foglio
· Difficoltà grafo – motorie
· Difficoltà ortografiche (uso dell’h, delle doppie, degli accenti)
· Difficoltà nella concordanza dei tempi verbali e delle referenze (pronome/verbo, ecc.)
Spesso il ragazzo finisce con l’avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza dell’insuccesso scolastico, non la causa della dislessia.
Il disturbo specifico non supportato adeguatamente può comportare un impatto significativo e negativo per l’adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana. La complessità del fenomeno è data anche dal suo polimorfismo. In altre parole è difficile dipingere un quadro unico del dislessico. Come si è detto, a volte le difficoltà riguardano lettura, scrittura e calcolo, ma altre volte solo una o alcune di questa abilità sono deficitarie e ognuna con diverso grado di gravità. Inoltre vi è spesso incostanza dell’errore e grande
sensibilità al contesto in cui viene svolto il compito ( rumore, tarda mattinata, ansia ecc possono peggiorare notevolmente le prestazioni).
Il fatto che lo studente in certe condizioni riesca a dare prestazioni migliori porta a rafforzare l’idea che “se si impegna, può riuscire” e contribuisce a strutturare negativi sentimenti di colpa che agiscono come aggravanti sulle difficoltà. (6) (7)

CARATTERISTICHE DELLO STUDENTE DISLESSICO NELLA SCUOLA SECONDARIA

Nella scuola secondaria, pur essendoci in genere un certo miglioramento della rapidità e della correttezza della lettura, si assiste di solito ad un peggioramento dell’andamento scolastico legato ad aumento della discrepanza fra richieste e prestazioni.(8)
L’aumento progressivo del carico di lavoro e della complessità dei testi da leggere complica infatti notevolmente l’iter scolastico fino a renderlo a volte impossibile se non vengono utilizzate nella didattica e nello studio misure compensative e dispensative che, senza riduzione dei contenuti, semplifichino l’accesso al testo, riducano il carico di lavoro e i tempi di applicazione necessari. I DSA non supportati rappresentano infatti una delle cause di dispersione scolastica.
Questa complessa situazione in un ambiente scolastico e familiare non preparato comporta nell’adolescente conseguenze negative anche da un punto di vista emotivo e comportamentale che portano a scarsa autostima, timore del giudizio dei compagni fino al rifiuto degli strumenti compensativi e dispensativi.
Tutto ciò paradossalmente avviene in una fase dello sviluppo, l’adolescenza, che consentirebbe invece una maggiore consapevolezza del proprio “funzionamento” mentale e quindi lo sviluppo di strategie di apprendimento adeguate e migliori capacità di utilizzo di strumenti compensativi rispetto all’età infantile.
Essendo la dislessia una disabilità “invisibile” è oggettivamente difficile comprendere la complessità dei fenomeni che essa determina. La conoscenza delle principali modalità di funzionamento mentale del dislessico, oltre a quelle precedentemente esposte, può servire a far capire meglio le difficoltà che si manifestano anche nella scuola secondaria e quindi a meglio motivare all’utilizzo di strategie di compenso.
Il ragazzo dislessico in genere non riesce a rappresentarsi mentalmente l’ortografia delle parole ( deficit metalinguistico). Ne consegue una difficoltà nell’effettuare operazioni linguistiche quali, ad esempio, quelle legate all’apprendimento delle regole grammaticali del linguaggio sia in italiano che nelle lingue straniere. Questo deficit incide sulla forma scritta della lingua e non sul parlato che può essere normalmente appreso.
Altrettanto comune è la difficoltà di analisi del testo, (quindi difficoltà nel fare sintesi o individuare le parole chiave necessarie per la costruzione autonoma delle mappe concettuali) come pure ad attivare una lettura efficace che , attraverso la ri-lettura , compia il controllo necessario per la comprensione di testi sintatticamente complessi o tecnici , ricchi di parole specialistiche, non ancora note e che perciò non appartengono al magazzino lessicale dello studente.(9) (10)
Persistono nella scuola secondaria lentezza esecutiva, facile affaticabilità, deficit della memoria di lavoro con conseguenti difficoltà in varie attività, alcune anche apparentemente semplici, come copiare, scrivere sotto dettatura, prendere appunti, eseguire test di ascolto in lingua straniera, ecc.
Nella produzione dei testi i ragazzi con DSA, oltre a fare molti errori ortografici , tendono:
– a ridurre il contenuto
– a semplificare la forma sintattica
– ad utilizzare un lessico povero e ripetitivo
– a non attuare un processo di correzione ortografica.
Esposizione orale: non di rado l’esposizione orale durante le interrogazioni è scarna e insoddisfacente per motivi collegati alle caratteristiche prime esposte:
mancanza di un supporto visivo testuale nello studio quando questo avviene solo tramite lettore esterno, riduzione del vocabolario, deficit di memoria e lentezza nella organizzazione delle informazioni. Un compenso importante consiste sia nell’utilizzo di riferimenti visivi (mappe nello studio e durante l’esposizione , cartine tematiche , schemi ecc.) onde fornire un filo conduttore al pensiero, sia nel fare più domande su argomenti ristretti anzichè una sola domande generale, dare tempo per la riorganizzazione delle informazioni prima della risposta

COME FAVORIRE IL SUCCESSO FORMATIVO
Tenuto conto che gli studenti dislessici hanno un diverso modo di imparare, ma comunque possono imparare, per favorire il successo formativo è necessario quindi “abilitarli” all’apprendimento attraverso strumenti compensativi e strategie didattiche e di studio che abbiano l’obiettivo di :
– Valorizzare i punti di forza ( buone capacità intellettive, intuizione , pensiero visivo)
– Minimizzare i punti di debolezza:(errori ortografici, deficit della memoria di lavoro, lentezza esecutiva, facile affaticabilità, mancanza di autonomia nella lettura, ecc.)
Date le difficoltà create dal disturbo della letto-scrittura che nella scuola secondaria si manifesta principalmente come difficoltà nella comprensione del testo letto autonomamente, va facilitato l’apprendimento attraverso il canale visivo : organizzatori grafici in senso lato (11)
(diagrammi di flusso, mappe mentali e concettuali, schemi ), immagini, film, utilizzo di colori. ecc) e il canale uditivo (registrazione delle spiegazioni, audiolibri , libri di testo digitali, sintesi vocale, lettore umano , ecc).(12) Vanno concessi tempi distesi per lo studio e le verifiche perché lentezza e affaticamento costituiscono per il dislessico due dei principali limiti per un buon rendimento scolastico nella scuola secondaria.(10)
E’ necessario favorire un rapporto costruttivo Scuola – Famiglia – operatori sanitari ( Psicologo, NPI) per conoscere meglio le caratteristiche soggettive dello studente adeguando ad esse modalità e tempi di studio e di verifica, per valutare insieme l’opportunità di condividere il problema con la classe in modo che il ragazzo possa convivere apertamente con la sua difficoltà senza vergognarsene, utilizzare quando possibile un tutor esperto in DSA per lo studio, mettere in atto le misure compensative e dispensative necessarie predisponendo un percorso educativo personalizzato e individuando criteri di valutazione appropriati secondo quanto previsto dalla normativa. Uno dei punti critici principali consiste infatti nell’individuare una modalità di valutazione che consenta allo studente dislessico, normalmente penalizzato dalle modalità tradizionali adatte al normo.lettore, di dimostrare quello che effettivamente ha appreso.
Nella scuola secondaria lo studente è sempre più consapevole delle proprie caratteristiche ed è in grado di partecipare attivamente alle decisioni che riguardano il suo percorso scolastico , facilitando così l’orientamento dei docenti sulla scelta delle modalità di studio e di verifica in base alle caratteristiche soggettive

PECULIARITÀ DEI DISLESSICI

Come i normo -lettori, anche i dislessici sono tutti diversi fra loro e non necessariamente sono portatori di attitudini distintive. La prevalenza della funzione dell’emisfero destro sul sinistro, l’attitudine al pensiero visivo , non lineare, unitamente ad una buona intelligenza tuttavia non di rado li facilita nel trovare soluzioni immediate o originali in realtà complesse che devono essere simultaneamente considerate da vari punti di vista come succede, ad esempio in ambito imprenditoriale o artistico.
E’ ormai a tutti noto che persone con dislessia si sono distinte in vari campi che spaziano dalla scienze alla politica, dall’arte all’imprenditoria dimostrando che la dislessia non è necessariamente un limite alla propria affermazione e neppure al successo. Sono note fra i dislessici infatti personalità come Einstein, Walt Disney, Kennedy, Picasso, o Branson fondatore della Virgin. Da notare a questo proposito la ricerca pubblicata sul quotidiano La Repubblica il 18/3/2008 da cui emerge che il 35% degli imprenditori in USA e il 25% in UK sono dislessici. Occasione di riflessione particolare la conclusione dell’articolo :”Serve un ambiente educativo più pragmatico ed olistico, che permetta ai dislessici di esprimere appieno il proprio potenziale”, dice Judi Stewart, presidente dell’Associazione britannica per la
dislessia e co-autrice della ricerca.
“Gli imprenditori dislessici sono maestri nel comunicare con il loro team, i clienti, i media. Il loro stile, semplice e immediato, arriva dritto al cuore. Eccellono, inoltre, nel gestire più business e più persone allo stesso tempo (nella media 25 persone contro le 17 dei non-dislessici) e nel delegare, abitudine appresa per farsi aiutare”, spiega Michael Ter-Berg, imprenditore dislessico co-autore dello studio.”

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. World Federation of Neurology, cit. in Ellis, 1984.
2. Lyon, R. G., Shaywitz, S. E., Shaywitz, B. A.(2004) Una definizione di dislessia, in Dislessia-Erickson, 1,3, 2004
3. Stella G. La Dislessia – Ed Franco Angeli 2003
4. www.aiditalia.org/it 4%
5. Stella – MEMO 2007- L’apprendimento disturbato: i disturbi di apprendimento specifici nella scuola secondaria di I grado
6. A. Biancardi, G. Milano – Quando un bambino non sa leggere – Rizzoli 1999
7. G. Stella e A. Biancardi – Cos’è la dislessia www.dislessia.org
8. R. Penge – Progressi cognitivi e apprendimento negli adolescenti – Atti IX Convegno Nazionale AID
9. G. Stella – Dislessia Ed Il Mulino 2004
10. G. Stella – Dopo la diagnosi: abilitare, riabilitare, compensare -Atti IX Convegno Nazionale AID
11. Hall, T., & Strangman, N. Graphic organizers. Wakefield, MA: National Center on Accessing the General Curriculum – 2003
12. A Milani, M.L. Lorusso, M.Molteni
Utilizzazione di testi registrati (i «libri parlati»)-Dislessia- Erickson .5, 2, 2008

LA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA PERSONALIZZATA (PEP)

La programmazione per l’alunno dislessico deve essere flessibile, condivisa dall’intero Consiglio di Classe e riferita agli stessi obiettivi della classe. Si tratterà quindi di una programmazione educativa personalizzata, cioè di un intervento commisurato alle potenzialità dell’alunno, che rispetti i suoi tempi di apprendimento e che ne valuti i progressi rispetto alle abilità di partenza.
Il PEP deve avere come riferimento la relazione clinica contenuta nella segnalazione. Una volta redatto il PEP è bene darne una copia alla famiglia che potrà quindi collaborare al percorso educativo scelto.

STRATEGIE PER L’APPRENDIMENTO

Incoraggiare e gratificare l’alunno ogni qualvolta ci sia l’occasione per farlo

Renderlo sempre consapevole dei propri progressi, facendogli notare che è in grado di applicare conoscenze che non possedeva nella settimana/lezione precedente

Privilegiare un insegnamento “sistematico”, con molte ripetizioni dello stesso concetto, ma con modalità diverse affinché queste risultino interessanti e motivanti

Variare le attività durante la lezione evitando di incentrarle su una sola abilità, per far sì che egli possa trovare facilmente un suo spazio

All’inizio di ogni lezione ripetere con tutta la classe quanto è stato presentato durante la lezione precedente e cercare di coinvolgerlo con domande flash (warm up)

Utilizzare il brain storming di tipo visivo per tirare fuori le idee come vengono e collegarle a posteriori

Favorire l’apprendimento attraverso il canale visivo: Utilizzare nella didattica e/o nello studio organizzatori grafici: diagrammi di flusso, mappe mentali che collegano concetti per via associativa o mappe concettuali, che esplicitano e visualizzano le relazioni fra i concetti. Il ragazzo dislessico a causa della disabilità che lo caratterizza (disturbo della lettura e difficoltà nell’analisi testuale) non è autonomo nella costruzione delle mappe: può costruirle in classe con i compagni (cooperative learning) o utilizzarle già preparate dal docente o dal tutor che lo segue nel lavoro domestico. Esse dovranno essere utilizzate anche in fase di interrogazione, poiché forniscono un importante supporto visivo utile per il reperimento delle informazioni. Nella realizzazione di una mappa concettuale si dovranno tenere presenti alcuni importanti criteri: utilizzare non più di 6 parole –chiave; aiutare a ridurre se sovrabbondante o ad arricchire, se troppo sintetica; sospendere il giudizio o la valutazione; guidare nell’analisi dell’errore e all’autocorrezione. Utile anche l’utilizzo di filmati e immagini in genere.

Controllare spesso se quanto è stato spiegato è sufficientemente chiaro

Dare più il tempo per l’esecuzione di un’attività in classe eventualmente riducendo i contenuti, senza modificarne lo scopo

Accettare che non sempre svolga per intero i compiti scritti assegnati a casa, ma almeno una parte minima, quel tanto che gli permetta di rendersi conto se l’argomento affrontato sia chiaro

In caso si dettino appunti, fornire fotocopie o file.

Molto utile l’uso della lavagna interattiva che consente di consegnare il file multimediale della lezione

Accertarsi che riesca a scrivere sul diario i compiti assegnati, eventualmente grazie anche all’aiuto del compagno di banco

Utilizzare quando possibile il lavoro di gruppo o a coppie, che consente di sfruttare le capacità di problem-solving del dislessico, che troverà nel compagno di attività un lettore.

Programmare attentamente ogni singola lezione perché non si può improvvisarE

Se necessario, fornire materiale registrato per riascoltare le lezioni
Per la realizzazione di mappe mentali e concettuali esistono programmi per computer, che la nostra scuola può mettere a disposizione.

SOFTWARE per mappe concettuali:
– KNOWLEDGE MANAGER
– C-map tool ( free) attraverso il quale si può accedere anche a una raccolta di mappe di argomento vario.
– INSPIRATION 8 (mappe concettuali e mentali)
– Software per mappe mentali: MIND MANAGER e Freemind ( free).

Per ciò che riguarda la lettura di testi anche in pdf aperto con sintesi vocale nelle diverse lingue nella nostra scuola è possibile usufruire del programma CARLO II.
Per la scrittura è sufficiente usare word con correttore ortografico, il testo è poi leggibile da Carlo II o da altre sintesi ( es. Silvia di Nuance ).Esistono poi dizionari digitali sia per italiano che per le lingua straniere che facilitano la ricerca dei vocaboli ed evitano gli errori di spelling.

Si fa presente che, qualora si fornissero fotocopie, è bene seguire le seguenti regole:

Aumentare l’interlinea a 1,5- 2

Utilizzare un carattere uguale o maggiore di 12

Utilizzare un tipo di carattere Arial o Comic e scrivere in stampato maiuscolo. E’ da notare che l’uso del tipo e della dimensione del carattere, dello stampato maiuscolo o minuscolo va concordato con il ragazzo perché è soggettivo. Nel caso venga fornito un file il ragazzo potrà modificare autonomamente la formattazione nel modo per lui più leggibile. Il grassetto, le sottolineature, e il testo giustificato per molti dislessici peggiorano la leggibilità. Per alcuni è importante che lo sfondo non sia bianco, nel caso in cui venga fornito il file di un testo digitale il ragazzo potrà fare le modifiche del caso oltre che , eventualmente, sentirsi leggere il testo da una sintesi vocale. La lettura con sintesi richiede comunque un addestramento, dato che anche le voci migliori sul mercato ( Loquendo e Nuance) non sono emotive. Va comunque sottolineata l’importanza della semplificazione sintattica e lessicale del testo anche se letto da una sintesi.

Non utilizzare testi di più di 150/200 parole

Non utilizzare parole sconosciute o complesse o fornire un glossario per le parole tecniche.

Utilizzare frasi brevi

Esplicitare sempre soggetto e oggetto

Utilizzare possibilmente verbi attivi al modo finito

Distinguere chiaramente le informazioni principali dalle secondarie

Evidenziare graficamente i passaggi principali, ridurre il numero degli esercizi

Sono assolutamente da evitare:

lezioni frontali con lunghe spiegazioni

consegne e verifiche scritte in corsivo

ricopiatura dalla lavagna o da foglio

farlo scrivere alla lavagna, a meno che non sia lui stesso a chiederlo

farlo leggere ad alta voce, a meno che non sia lui stesso a chiederlo

utilizzare tabelle o appunti scritti in piccoli spazI

utilizzare un carattere di stampa inferiore a 14

sottomettergli fogli bianchi da riempire

formulare domande legate ad una immediata comprensione

utilizzare verifiche lunghe e non strutturate

VERIFICA E VALUTAZIONE
Le verifiche saranno uguali per contenuto a quelle assegnate alla classe ma con tempi di svolgimento più lunghi oppure con una riduzione della richiesta o ancora con un adattamento delle modalità. Dovrà sempre essere esplicitato ciò che è importante e ciò che sarà valutato all’interno della verifica.
Durante le verifiche sarà consentito l’uso di qualsiasi strumento compensativo (PC, mappe, formulari…).
Se non utilizza un programma di lettura e se necessario, l’insegnante leggerà a voce alta qualunque testo o frase per facilitare la sola comprensione di quanto è richiesto nell’esercizio, eventualmente ripetendo più volte le consegne che dovranno comunque essere molto semplici.
Nella valutazione delle prove scritte e orali si terrà conto del contenuto e non della forma (gli errori ortografici possono essere evidenziati ma non valutati). Per le lingue non native il compenso della valutazione della prova scritta con l’orale è previsto ai sensi della circolare ministeriale 4674 del 10/05/07.
Sarà opportuno privilegiare frequenti verifiche orali a contenuto limitato, nelle quali l’alunno si trova più a suo agio. Il monitoraggio dovrà essere frequente, anche a mezzo di domande flash.
I progressi non saranno valutati in rapporto al resto della classe ma in riferimento al livello di partenza e si dovrà tendere a far diventare l’alunno consapevole delle proprie capacità e dei propri miglioramenti. Ogni errore verrà spiegato oralmente.
Nel caso di assenza del docente e di arrivo di un supplente, è bene predisporre una relazione da lasciare nel registro che espliciti le strategie e la metodologia adottata.

CONSIGLI PER I GENITORI
Essere il genitore di un bambino con difficoltà di apprendimento è probabilmente una delle più grandi sfide della vita.
Alcuni suggerimenti:
· informarsi il più possibile sul problema
· cercare una valutazione diagnostica appropriata
· scambiare esperienze con altri genitori
· discutere del problema con tutti gli insegnanti preferibilmente nell’ambito di un consiglio di classe almeno due volte all’anno
· aiutarlo nelle attività scolastiche (es. leggergli a voce alta, mappare i testi)
· supplire la lettura con altre fonti di informazione (cassette audio, video, CD rom, libri digitali)
· quando possibile utilizzare un tutor esterno alla famiglia
· rivolgersi alla Sezione locale dell’Associazione Italiana Dislessia (www.dislessia.it )

SUGGERIMENTI PER GLI INSEGNANTI Suggerimenti di strumenti compensativi e dispensativi
· L’insegnante spesso è la prima persona che si accorge del problema, quindi il suo intervento è cruciale.
· E’ importante che l’insegnante non liquidi il problema attribuendolo pregiudizialmente a scarsa intelligenza o a povertà dell’ambiente culturale o ad altre cause. Se l’insegnante ha dei dubbi, deve suggerire alla famiglia di rivolgersi ad uno specialista o ad un centro diagnostico competente. Ricordare che il criterio della discrepanza è un elemento di sospetto fondamentale.
· E’ importante altresì sapere che il bambino dislessico non ha un handicap, ma solo un diverso stile di apprendimento e deve far parte come tutti del gruppo classe.
· L’insegnante, anche se non può attuare interventi individuali di riabilitazione specifica, deve tener conto del problema e agire in maniera coordinata con gli operatori sanitari, i genitori e tutti i colleghi.
· Non tutti i ragazzi dislessici sono uguali!
· Fate sapere al ragazzo che voi siete interessati alla sua difficoltà.
· Non ci sono deroghe sui contenuti del programma didattico, ma deve essere lasciata la massima libertà sui modi di apprendere.
· Fissate obiettivi concreti e realistici, un apprendimento senza errori è per il dislessico molto improbabile.
· Verificate che il livello del materiale da leggere sia appropriato.
· Dategli attenzione individualmente.
· Dategli tempo per organizzare i suoi pensieri e completare il suo lavoro, egli può avere bisogno di tempo supplementare per varie attività e la fretta non lo aiuta.
· Date il voto al contenuto non agli errori di compitazione.
· Ricordatevi che al ragazzo dislessico occorre molto tempo per eseguire i compiti a casa (se possibile, datene meno o accordatevi con la famiglia) .
· I compiti a casa dovrebbero contenere occasionali elementi di scoperta o lasciare conclusioni strutturate per motivare e interessare la mente creativa dell’allievo dislessico.
· Cercate di individuare l’attività nella quale il ragazzo è più capace.
· Evitate di definirlo lento, pigro, stupido; non confrontate i suoi compiti scritti con quelli di altri.
· Non gli si chieda di leggere ad alta voce in classe, a meno che non sia lui stesso a chiederlo.
· Le sue abilità dovrebbero essere giudicate più sulla base delle sue risposte orali che di quelle scritte.
· Si consideri la possibilità dell’uso del software didattico compensativo, come ad esempio:
– la sintesi vocale disponibile in varie lingue, che trasforma in audio il testo digitale, importato o scritto direttament su PC ( N.B.i software con sintesi vocale madrelingua sono molto più comprensibili del software cd. Multilingue ( es Loquendo di CARLO – Anastasis)
– i libri digitali, che corrispondono al formato digitale in PDF aperto dei libri scolastici adottati e che sono distribuiti in convenzione con le case editrici dalla Biblioteca digitale AID
(www.dislessia.it) a cui vanno richiesti via internet. I libri in CD vengono forniti a tutti, non solo ai soci AID.
– gli audiolibri: libri di lettura in CD ( testi narrativi) disponibili nelle librerie e presso le biblioteche pubbliche , come le biblioteche Delfini ed Estense di Modena, convenzionate con la biblioteca per non vedenti di Feltre attualmente attiva anche per i dislessici.
– Dizionari digitali
-Software per mappe
-Software per il disegno tecnico

INFORMAZIONI
Presso la sede dell’Assessorato alle Politiche Sociali e ai Servizi alla Persona del Comune di Pavullo (via Giardini n. 16- ex Carceri) è attivo su appuntamento ( cell. 335 5846322) uno sportello informativo sulla Dislessia, gestito dall’A.I.D., dove è possibile reperire materiali e ricevere chiarimenti e consigli.
Si ricorda che sul sito della scuola, nella sezione “Moduli on-line” è possibile reperire il modulo per la stesura del PEP e per la verifica finale.
Referente per la dislessia del nostro Istituto: Prof.ssa Patrizia Badiali

Si ringraziano per la preziosa collaborazione la Prof.ssa Maria Rubbiani e la Dott.ssa Giovanna Lami.

INDIRIZZI UTILI
· Associazione Italiana Dislessia A.I.D. a.p.s.
Piazza dei Martiri, 1/2 – 40121 Bologna, Tel. 051.242919
· Biblioteca digitale dell’Associazione Italiana Dislessia “Giacomo Venuti”
c/o Istituti Aldini Valeriani e Sirani
Via Bassanelli, 9 – 40129 Bologna
e-mail: biblioteca.aid@iav.it
fax: 051.353500
· AID sede di Roma:
Via Accademia dei Lincei 93 – Sportello Didattico
· Libreria Anicia- Via S. Francesco a Ripa,104 – Roma
· Centro Studi Erickson (Libri, riviste, software) – Tel: 0461/950690
· Centro Internazionale del libro parlato (Opera trasferimenti dei testi su:
audio cassette, braille, floppy disk, cd-mp3) Tel: 0439/880425
· Cooperativa Anastasis (Software didattici e riabilitativi): Tel: 051/2962121
· Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Divisione di Neuropsichiatria Infantile
Responsabile Prof. Stefano Vicari – P.zza Sant’Onofrio 4 – Roma –
Tel: 06 68592735 / 06 68593996

INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE PER APPROFONDIRE
Angiporti Emanuela, “I fonemi dall’ombra alla luce. Un metodo per affrontare le difficoltà di acquisizione della letto-scrittura”, Omega Edizioni, Torino. (tel 011-707.22.16; fax 011-706.342; e-mail info@ediomega.com ).

Associazione Italiana Dislessia (1997), Atti del Convegno “Il bambino dislessico”, Litosei, Bologna (farne richiesta direttamente all’A.I.D.).

Associazione Italiana Dislessia (1998), Atti del Convegno “La Dislessia: esiste anche in Italia?” (farne richiesta direttamente all’A.I.D.).

Associazione Italiana Dislessia (2002), “Il mago delle formiche giganti. La dislessia a scuola: tutti uguali, tutti diversi”, Ed. Libri Liberi, Firenze (farne richiesta direttamente all’AID).

Associazione Italiana Dislessia (a cura di) (2002), “Le poesie che non so leggere”, Fratelli Frilli Editori, Genova (farne richiesta direttamente all’A.I.D.).

Associazione Italiana Dislessia, Comitato scuola (Meloni M. – Sponza N. – Kvilekval P. – Valente C. – Bellantone R.) (2002), “La dislessia raccontata agli insegnanti 1. Come riconoscerla. Cosa fare in classe”, Ed. Libri Liberi, Firenze (farne richiesta direttamente all’AID).

Associazione Italiana Dislessia, Comitato scuola (Meloni M. – Sponza N. – Kvilekval P. – Valente C.) (2003), “La dislessia raccontata agli insegnanti 2. Prima elementare: prove di ingresso e proposte di lavoro”, Ed. Libri Liberi, Firenze (farne richiesta direttamente all’AID).

Bartoli M., “Percorsi e proposte”, Centro Pedagogico Modenese, Programmi Editoriali, tel.059/908065, fax 059/906029.

Bartoli M., “Lessico Italiano. Esercizi per la scuola media.”, Ed. Clio, Distribuzione Principato.

Biancardi A. – Milano G. (1999), “Quando un bambino non sa leggere”, Ed. Rizzoli, Milano.

Biancardi A. – Mariani E. – Pieretti M. (2003), “La Discalculia Evolutiva. Dai modelli neuropsicologici alla riabilitazione”, Ed. Franco Angeli, Milano.

Boltanski E., “Dislessia e Dislateralità”, Ed. Marrapese, Roma.

Boscolo P., “Psicologia dell’Apprendimento scolastico”, Ed. UTET Libreria, Torino.

Butterworth (1999), “Intelligenza matematica”, Ed. Rizzoli, Milano.

Centro documentazione handicap di Modena (Ottobre 1998), “Educare per prevenire. Quando è difficile imparare”, Corso provinciale di aggiornamento, Modena (da ordinare direttamente al CDH).

Centro documentazione handicap di Modena (2003), “Dislessia e disturbi specifici dell’apprendimento. Conoscere e affrontare il problema nella scuola” (da ordinare direttamente al CDH).

Cornoldi C. (1989), “I disturbi dell’apprendimento”, Ed. Il Mulino, Bologna.

Cornoldi C. (1999), “Le difficoltà di apprendimento a scuola”, Ed. Il Mulino, Bologna.

Cornoldi C. – De Beni R. (1993), “Imparare a studiare. Strategie, stili cognitivi, metacognizione e atteggiamenti nello studio”, Ed. Centro Studi Erickson, Trento.

Cornoldi C. – Caponi (1993), “Memoria e metacognizione. Attività didattiche per imparare e ricordare” (materiali di recupero e di sostegno), Ed. Centro Studi Erickson, Trento.

Cornoldi C. (1995), “Metacognizione e apprendimento”, Ed. Il Mulino, Bologna.

De Beni R. – Pazzaglia F. (1995), “La comprensione del testo”, Ed. UTET Libreria, Torino.

De Beni R. – Pazzaglia F. (1993), “Lettura e metacognizione”, Ed. Centro Studi Erickson, Trento.

Ferreiro E. – Teberosky A. (1985), “La costruzione della lingua scritta nel bambino”, Ed. Giunti-Barbera, Firenze.

Ferreiro E. – Pontecorvo C. – Moreira N. – Garcia Hidalgo I. (1996), “ Cappuccetto Rosso impara a scrivere”, Ed. La Nuova Italia Scientifica, Firenze.

Friso – Molin – Poli (1998), “Difficoltà di lettura nella scuola media”, Ed. Centro Studi Erickson, Trento.
Gavin Reid, E’ dislessia! – Domande e risposte utili – Erickson

Kvilekval P. (1998), “Il metodo Panlexia. La rieducazione della dislessia”, Edizioni Scientifiche Ma. Gi., Roma.

Kvilekval P., Sabbadini L., “Il PSS, Screening per l’età prescolare”, Anicia, Roma.

Ianes D. – Tortello M. (a cura di) (1999), “La qualità dell’integrazione scolastica”, Ed. Centro Studi Erickson, Trento.
Levorato M. C., “Racconti, storie e narrazioni”, Ed. Il Mulino, Bologna.
Libro Bianco – Dislessia e diritti negati – Ed Libri Liberi 2008
Lucangeli D. – Passolunghi (1995), “La psicologia dell’apprendimento matematico”, Ed. UTET Libreria, Torino.

Luisi A. – Ruggerini C. (1997), “Dislessia e disagio pedagogico. Un approccio interdisciplinare per la diagnosi e l’aiuto.”, Ed. T.E.M.I., Bologna.

Martini A. (1995), “I disturbi dell’Apprendimento della lettura e della scrittura”, Ed. Del Cerro, Tirrenia (PI).
Meloni M., Sponza N., Kvilekval P., Valente M.C., Bellantone R., La dislessia
raccontata agli insegnanti volume 1, aggiornato 2008 Ed. Libri Liberi

Orsolini M. – Pontecorvo C. (1991), “La costruzione del testo scritto nei bambini”, Ed. La Nuova Italia Scientifica, Firenze.

Pontecorvo C. – Ajello – Zucchermaglio C., “Discutendo s’impara”, Ed. La Nuova Italia Scientifica, Firenze.

Pratelli M. (1995), “Disgrafia e recupero delle difficoltà grafo-motorie”, Ed. Centro studi Erickson, Trento.
Gavin Reid, E’ dislessia! – Domande e risposte utili – Erickson

Riccardi Ripamonti Itala (2002), “Le difficoltà di letto-scrittura. Un percorso fonologico e metafonologico”, primo volume, Ed. Centro studi Erickson, Trento.

Sabbadini G. (1995), “Manuale di Neuropsicologia dell’età evolutiva”, Ed. Zanichelli.

Sartori G. (1985), “La lettura. Processi normali e dislessia”, Ed. Il Mulino, Bologna.

Stella G. (1996), “La dislessia: aspetti clinici, psicologici e riabilitativi”, Ed. F. Angeli, Milano.

Stella G. – Biancardi A. (1994), “Le difficoltà di lettura e scrittura. Strategie per il recupero nel 1° ciclo della scuola elementare.”, Ed. Omega, Torino.

Stella G. – Pippo J., “Apprendere a leggere e a scrivere”, Guida La Lettura, Ed. Signum Scuola.

Stella G. – Pippo J., “Apprendere a leggere e a scrivere”, Guida La Scrittura, Ed. Signum Scuola.

Stella G. – Nardocci F. (a cura di ) (1992), “Il bambino inventa la scrittura”, Ed. F. Angeli, Milano.

Stella G. – Stradi C. (1991), “Il gioco di leggere e scrivere: i processi di alfabetizzazione spontanea nella scuola dell’infanzia”, Ed. Iuvenilia.

Stella G. (2000), “Lo sviluppo cognitivo”, Ed. Mondadori.

Stella G. (2001), “In classe con un allievo con disordini dell’apprendimento”, Fabbri Editori, Milano (farne richiesta direttamente all’AID).
Stella G. (2002), “Storie di dislessia. Bambini di oggi e di ieri raccontano la loro battaglia quotidiana”, Ed. Libri Liberi, Firenze (farne richiesta direttamente all’AID).
Stella G. – Blasi – Savelli E. – Giorgetti (2003), “La valutazione della dislessia”, Ed. Città Aperta.
Stella G., Dislessia. Ed. Il Mulino, 2004
Zucchermaglio C., “Gli apprendisti della lingua scritta”, Ed. Il Mulino, Bologna.
“Psicologia della lettura e scrittura” Ed. Erickson
I.R. Ripamonti (2002) “Le difficoltà di letto-scrittura” Ed. Erickson
De Beni – F.Pazzaglia – A.Molin – Zamperlin “ Psicologia cognitiva dell’apprendimento” Ed. Erickson
L.Simeon “ La scuola dei talenti” Ed. Franco Angeli
“La scuola alla prova “ Ed. Università degli Studi di Trento – Labirinti 52

Riviste e articoli
· Difficoltà di apprendimento. Sostegno e insegnamento individualizzato. Trento: Centro Studi Erickson
· Difficoltà in matematica. Trento: Centro Studi Erickson
· Dislessia. Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa. Trento: Centro Studi Erickson
· Handicap Grave. Ritardo mentale e pluriminorazioni sensoriale. Trento: Centro Studi Erickson
· Logopedia e comunicazione. Trento: Centro Studi Erickson
· Psicologia clinica dello sviluppo. Bologna: Il Mulino
· Sistemi intelligenti. Bologna: Il Mulino
· Orientamenti Pedagogici. Rivista internazionale di scienze dell’educazione. Trento: Centro Studi Erickson
· Vicari S, Marotta L, Meneghini D, Molinari M, Petrosini L. Implicit learning deficit in children with developmental dyslexia. Neuropsychologia 2003; 41: p.108-114.
· Vicari S, Finzi A, Menghini D, Marotta L, Baldi S, Petrosini L.
· Do children with developmental dyslexia have an implicit learning deficit? Journal ofNeurology, Neurosurgery and Psychiatry 2005; 76: p.1392-1397.
· Menghini D, Hagberg G, Caltagirone C, Petrosini L, Vicari S. Implicit Learning Deficits in dyslexic adults: an fMRI study.
Video
· Come può essere così.difficile?, di Rick D.Lavoie, (farne richiesta direttamente all’AID)
· “ Come una macchia di cioccolato” ( per adolescenti e adulti ) DVD – (AID)
· “Quando imparare a leggere è una strada in salita” ( per bambini e adulti ) DVD (AID)

Software
· Ferraboschi L , Meini N , Produzione del testo scritto 1 – dal riconoscimento di parole alla costruzione di frasi. Trento: Centro Studi Erickson

· Lengwenus B , Hilbert J. Scacco matto – Sviluppare la logica e la capacità di problem solving. Trento: Centro Studi Erickson

· Colombo Bozzolo C , Costa A, Alberti C. Nel mondo della matematica – Vol.1. — Situazioni problematiche per alunni dai 6 agli 8 anni. Trento: Centro Studi Erickson

· Scataglini C. Esercitarsi in…geografia.Trento: Centro Studi Erickson

· Carlo II e Carlo Mobile. Bologna: cooperativa Anastasis

· Fine Reader 8 Pro. ABBYY, http://www.abbyy.com/

· L&HPower Translator Pro 7.0.

Materiali vari

· Lingua Inglese: Dyslexia: what is it?
· Matematica: la Ri Tabella – I colori che contano- Feel italia – www.laritabella.com
· Musica: Francesco Bellomi MUSICA E DISLESSIA, Aprire nuove porte
· Mappe concettuali: J.D. Novak, D.B. Gowin: Imparando a imparare – Ed SEI
· Mappe mentali: Tony & Barry Buzan – Mappe mentali – NPL Italy

SITOGRAFIA

www.dislessia.it
www.aiditalia.org
http://www.aiditalia.org/upload/vademecumpdf_1.pdf
www.dislessia.org (sito dell’’AID di Roma)
www.dislessia.org/forum/
www.doe.mass.edu/lawregs/603 cmr.html
www.erickson.it
www.libroparlato.org
www.anastasis.it
www.carlomobile.it
www.faresapere.it
www.strarete.it

APPENDICE LEGISLATIVA

— Legge quadro 104 del 1992
— Legge 517/77 sulla programmazione educativa Decreto n°87 del 1994
— D.P.R. 24/02/94-Atto di indirizzo-coordinamento relativo ai compiti delle ASL per alunni con handicap Legge 59/97

— Legge Bassanini sull’autonomia scolastica
— D.P.R. 275/99 art. 4 – Autonomia didattica C.M 235 del 20.10.2000
— O.M. n° 90/2001 – Norme per lo svolgimento degli scrutini ed esami nelle scuole statali-non statali d’istruzione elementare, media e secondaria superiore.

— Prot. n. MOT3/3627/M350 DEL 16.09.2004 “Procedure d’esame per il conseguimento del certificato di idoneità alla guida dei ciclomotori di candidati affetti da dislessia
— Legge 4/9/01 — Legge Stanca — “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”.
— Circolare MIUR Prot. n° 4099/a/4/ del 05.10.2004 “Iniziative relative alla Dislessia”
— Prot.n°26/A del 05/01/2005 – Iniziative relative alla Dislessia
— Prot. n° 1787 del 01/03/2005 – Esami di Stato 2004-2005 – Alunni affetti da dislessia
— Nota 27 Luglio 2005 Prot. n° 4798/A4a – Attività di programmazione dell’integrazione scolastica degli alunni disabili da parte delle istituzioni scolastiche – Anno scolastico 2005-2006
— C.M. n. 28 del 15 marzo 2007, prot. N. 2613 – Indicazioni e criteri per lo svolgimento degli esami nelle scuole statali e paritarie per l’anno scolastico 2006/2007 pag.5 , art. 4.
— O.M. n°26 del 15/03/2007
— C.M. prot. 4600 – 10 maggio 2007 – sulla circolare 28-3-07
— C.M. prot. 4674 – 10 maggio 2007 – disturbi di apprendimento, indicazioni operative
— Prot.n°13925 “Disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disgrafia,discalculia) in allievi non cerificati in base alla Legge 104/92. Suggerimenti operativi.

— Allegato alla Nota Prot. 13925 del 4/9/07 “Note di approfondimento su alcuni disturbi specifici di apprendimento”
— Proposta di legge sulle difficoltà di apprendimento – 8 Maggio 2006 -presentata alla Camera dei Deputati dall’On.Fabris 25 Maggio 2006 — presentata al Senato della Repubblica dai Senatori Cusumano e Barbato.
— Norme in materia di difficoltà specifiche di apprendimento Presentata l’8 maggio 2006 e approvata in sede deliberante in commissione Istruzione del Senato il 20 Giugno 2007
— Circolare USR dell’Emilia Romagna n 13925 del 4-9-07
— O.M. n 30 del 10-03-2008
— Norme in materia di difficoltà specifiche di apprendimento. C. 563 Fabris, C. 2474 Formisano e C. 2843, approvata dalla 7a Commissione del Senato.
— Interrogazione parlamentare a risposta scritta n°4-00604 del 22 /09/2008
— A.S. n°1108 Articolo 3 comma 5 “Valutazione del rendimento scolastico degli studenti.
— PEP: normativa vigente ( USP Modena – Dott.ssa Brescianini)
— Ordinanza Ministeriale esami di stato 2008 ( parte di interesse per i DSA)
— Circolare dell’USR dell’Emilia Romagna- 3 febbraio 2009
— Regolamento Valutazione 13/03/2009- Ministero dell’Università e della Ricerca
— Ordinanza Ministeriale per lo svolgimento degli esami di Stato, scuola secondaria di secondo grado- a.s. 2008/2009
— Disposizioni a conclusione a.s. 2008/2009- C.M. n. 50- 20 maggio 2009
— Lettera all’AID da parte del Capo della Segreteria del Ministro Gelmini- 30.06.2009
— Decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 22 giugno 2009. ( L’art. n.10 riguarda direttamente i DSA)
— DDL n. 1006-1036-B del 29/09/2010
– Legge n° 170 dell’8/10/2010
– Decreto Attuativo n° 5669 del 12/07/2011 (attuativo della legge n° 170/2010)
– Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento (Allegato al Decreto Ministeriale n°  5669/11)