LETTERA APERTA DEL DIRIGENTE: Viviamo sospesi

Viviamo sospesi

29/3/2020

Lettera aperta ad alunni, famiglie, docenti, personale ATA

Viviamo sospesi in un irreale presente, non distinguiamo più il lunedì o la domenica, il giorno e la notte hanno lo stesso significato, ormai stare in casa è un carico pesante da portare, abbiamo esaurito il repertorio di risorse che avevamo a disposizione, abbiamo visto film, cucinato, telefonato agli amici, ormai la noia è alle porte.

I nostri ragazzi sono stanchi, la loro vitalità, il loro entusiasmo, l’euforia giovanile è da settimane rinchiusa tra quattro mura, vediamo i primi segni di cedimento; il vivere sospesi non è nella loro natura, sono frenetici, operativi, concreti, vivono nell’immediato presente, non riescono a sospendere la loro vita. Eppure la guerra non è ancora vinta, è necessario sospendere ancora il desiderio di uscire, di incontrare amici, di programmare le vacanze o le serate, di organizzare aperitivi, dobbiamo ancora sospendere tutto e aspettare…

Un’alunna mi ha scritto “mi manca la scuola”, erano parole vere, manca la quotidianità dell’incontro degli amici, della campanella che scandisce gli orari, del turbinio di voci dell’intervallo. La didattica a distanza non sostituisce tutto questo, ma rendiamola il più possibile momento di incontro, di socializzazione, anche di svago per esorcizzare la paura, per dare un senso alla monotonia di giornate sempre uguali, per interrompere quella vita sospesa, che è innaturale per i giovani.

Nelle videoconferenze salutiamoci, perché nessuno si saluta più; sorridiamoci, perché abbiamo perso l’abitudine del sorriso; chiediamoci come stiamo, perché in questo momento è la cosa più importante. Soprattutto sosteniamo i ragazzi, che stanno combattendo una guerra più grande di loro, non sono e non saranno la generazione del ’99, non andranno al fronte, ma vivono la loro angoscia in solitudine davanti a un PC, aspettando notizie, che non arrivano.

L’incontro quotidiano con gli insegnanti possa trasformarsi in un momento che interrompe la sospensione della vita, il vedere amici e insegnanti possa dare loro la certezza, che tutto torni come prima tra campanelle che suonano mentre gli amici ancora raccontano qualche aneddoto, tra bidelle che con simpatia e amorevolezza sgridano per un caffè portato di nascosto in classe, tra segretarie che bonariamente rimproverano per un modulo non consegnato.

La vita sospesa non ci permette di uscire, di vedere amici, ma possiamo riscoprire altro, più semplice forse, ma altrettanto importante: vedere un film con tutta la famiglia riunita, sedere a tavola senza la fretta di mancare ad un appuntamento, giocare con i fratelli e le sorelle, ascoltarli senza dovere essere sempre affannati per altro, la vita sospesa ci fa scoprire un’altra vita, fatta di affetti famigliari, che forse avevamo dimenticato o forse avevamo resi più piccoli, troppo presi da un ritmo frenetico, che ora si è fermato. È vero viviamo sospesi, ma forse questa sospensione ci fa bene, basta aprire gli occhi.

Ragazzi, resistete, non abbiamo ancora vinto la guerra, qualche battaglia forse, siete la nuova generazione del ’99, coraggio, resistete affinché tutto torni normale, tra campanelle, verifiche (in presenza) e caffè bevuti di nascosto.

 “Andrà tutto bene”…

 

 

Il Dirigente Scolastico